Professori e Maestri

 

Dopo l’Unità si posero seri problemi per il reclutamento degli insegnanti, perché non esistevano apposite istituzioni formative, né titoli attendibili. I professori dei Licei, degli Istituti e delle Scuole Tecniche venivano nominati se in possesso di laurea o per chiara fama o per motivi politici, dovuti alla partecipazione, reale o presunta, alle lotte risorgimentali.

         Nei primi due decenni postunitari, dato il quasi monopolio della chiesa sull’ istruzione, un terzo dei professori nelle scuole classiche era ancora costituito da preti o ex preti. Per l’assoluta mancanza di insegnanti elementari, si improvvisarono Conferenze Pedagogiche della durata di due – tre mesi per formare maestri da inviare nelle province, poi si aprirono le “Scuole Normali” (i futuri istituti magistrali) a Napoli, quella femminile nel maggio del 1862 (poi intitolata a E. Pimentel Fonseca) e quella maschile nel dicembre del 1862 (poi intitolata a Luigi Settembrini).

 

Professori:

 

  1. Stefano Paladini, fu professore di Italiano e Storia nel ginnasio superiore del Liceo V. Emanuele (1861), poi nell’Istituto Tecnico, di cui fu anche vicepreside (dal 1862). Un suo ritratto si trova nell’Istituto Casanova, di cui fu benefattore e che perciò gli fece erigere un monumento nel recinto degli uomini illustri nel cimitero di Poggioreale.
  2. Carlo Lanza (1834-1908), figlio del celebre medico Vincenzo, fu un illustre professore di greco e di latino del Liceo Genovesi (1874-1907) , dove si trova il quadro, che i colleghi commissionarono al pittore Luca Postiglione (1909). Gli alunni gli dedicarono una lapide (1910), murata sulla facciata, che purtroppo è scomparsa durante i recenti lavori di restauro.
  3. Baldassarre Labanca di Agnone nel Cilento, insegnò filosofia al Liceo Genovesi (1876-78) e al V. Emanuele (1878-79); passò poi all’insegnamento universitario, divenendo titolare della prima cattedra di Storia del Cristianesimo (1887) nell’Università di Roma.
  4. Andrea Angiulli, professore di filosofia al Liceo V. Emanuele, accusato di ateismo, fu trasferito nel 1870 al Liceo Principe Umberto, poi insegnò nelle Università di Bologna e Napoli, divenendo famoso per i suoi scritti pedagogici improntati al positivismo.
  5. Giuseppe Camillo Giordano, di Pomarico in Basilicata, fu nella seconda metà dell’Ottocento alunno e poi professore di Storia Naturale nell’Istituto Tecnico, la cui Biblioteca arricchì di una cospicua dotazione di pregevoli libri sezione di botanica, di cui era un valente studioso.
  6. Onorato Fava, componente dei Nove Musi (tra i quali vi erano B. Croce e F. S. Nitti) alla fine dell’Ottocento, pubblicò molte opere per l’infanzia, insegnò a lungo italiano nella Scuola Tecnica “Francesco Caracciolo”. Già nel 1926, prima della morte avvenuta nel 1941, gli era stata intitolata una scuola elementare.

 

Maestri

 

Non abbiamo al momento ritratti di maestri che si distinsero in quanto tali, perciò si rinvia a quelli che divennero Direttori (Alessandro Lala, Eugenio Pantaleo, Gennaro Iervolino)

 

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